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Ninì Candalino, Materia grigia a colori

Eclettico sperimentatore delle convergenze espressive: pittura-fotografia-musica-teatro, Alessandro Amaducci lavora in video. Amante delle avanguardie del primo 900, quest’autore “giovincello”, rielaborando meravigliosamente quell’eredità di ricerca cinetica, esplora con l’arte elettronica l’inossidabile potenza fascinatoria delle immagini astratte. Così in Materia grigia, “viaggio alla scoperta dell’erotismo del nostro cervello”, scorrono a pioggia puntini, macchie, linee multicolori. Come se fosse una sonda che esplora all’interno della nostra testa, vediamo grumi chimici irradianti che si rincorrono al ritmo della deliziosa colonna sonora di Ruggero Tajè.
In Transiti, “incubo che ho avuto nella mia università durante l’occupazione”, esplode invece lo sguardo claustrofobico. Qui non campeggiano ariose astrazioni da microscopio ma le riprese live nei corridoi, lungo le vetrate e le scale di Palazzo Nuovo occupato, sono percorsi vissuti come ansiogeni, con la schiacciante realtà di questi spazi stringenti e verticali.”

Il Manifesto, 28  Giugno 1991, pg. 12

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