Videoinstallazioni/Videoinstallations
Le immagini nello spazio.
Immerse nel buio, le immagini creano un loro ambiente, disintegrando la percezione del luogo fisico nel quale sono posizionate, invitando lo spettatore a viaggiare in uno spazio illusorio, fragile, in comunicazione con altri mondi.
Images in space
Immersed in the dark, the images create their own environment, disintegrating the perception of the physical place in which they are positioned, inviting the viewer to travel in an illusory, fragile space, in communication with other worlds.
I video presenti nella galleria non rappresentano la totalità delle produzioni di questo genere. L'elenco completo delle videoinstallazioni è nella sezione "mostre" della pagina CV.
The videos in the gallery do not represent all the productions of this genre. The complete list of videoinstallations is in the section "exhibitions" of the CV page.
RECENSIONI/REVIEWS
Out of Body
(…) La riflessione sul video di Alessandro Amaducci – tra i pochi artisti-teorici italiani – si ricollega al versante pittorico, una sorta di “linea Paik” che vede nella materia pulsante del pixel un elemento magmatico da plasmare, alterare cromaticamente, intarsiare fino alla saturazione. Nelle sue opere c’è il trionfo del compositing, di una costruzione che procede per sedimentazione. I collages digitali di Amaducci sono concepiti come materiali audio/visivi pronti ad essere ricombinati in diretta secondo la pratica espansa del vying: deriva anche da qui la loro esasperata musicalità cromatica. In un’installazione come Out of Body l’artista punta tutto sul corpo femminile, moltiplicandolo su tre pareti e trasformandolo in una texture psichedelica.
(…) The investigation into the video carried out by Alessandro Amaducci, one of the few italian artists-theorists, focuses on painting, a sort of “paik line” that sees in the throbbling line of pixels a magmatic element to mould, chromatically alter, inlay to the point of saturation. But it is mostly the colour to reach the point of maximum saturation in Amaducci’s works, which represent a celebration of compositing, being the result of a process of sedimentation. Amaducci's digital collages are conceived as audio-visual materials, ready to be combined in real-time with the expanded practice of vjing: this also accounts for ther extreme chromatic musicality. In the installation Out of Body the artist puts the emphasis on the female body, multiplying it over three screens and turning it into psychedelic texture.
Bruno Di Marino, Energia visibile. Artisti e dispositivi nella videosperimentazione italiana, in Andrea La Porta, Gianluca Marziani (a cura di), Corpo elettronico. Videoarte italiana tra materia, segno e sogno, Prearo Editore, 2012, pg. 50-52.
Croma Soma
In un gioco di rimandi fatto di presenze e assenze, , lo spettatore incontrerà i corpi mutanti, postumani e perturbanti immaginati da Alessandro Amaducci, esseri metamorfici partoriti dalle allucinazioni del tempo e dello sviluppo tecnologico.
Elena Marcheschi, Presenze variabili. Il corpo come traccia della cultura dell'emergenza, in Look At Festival 2009, Fondazione Ragghianti, Lucca, 2009, pg. 15
La rassegna di videoinstallazioni “Luci (di) corpi” che ho curato per LookAtFestival 2009, si lega alla questione del neocorpo, del postorganico o postumano attraverso alcune delle opere selezionate: mi riferisco in particolare a “Croma Soma” di Amaducci e “In&Out – Contemporary Slave” di Taigher. Si tratta infatti di corpi mutanti, lacerati, estesi o mutilati che riflettono non solo la violenta presenza delle tecnologie nella nostra vita, ma anche come l’arte sente di esprimere le pressioni e le reazioni a un decennio di profonda crisi, generate da un entropico stato di panico collettivo causato dai fatti tragici che hanno segnato questa epoca.
In generale, dunque, tutte le opere presentate portano in luce questa cultura dell’emergenza, dell’urgenza e del disordine e individuano nel corpo il depositario dell’esperienza umana, luogo dove si materializzano radicalmente tutte le ansie e le paure di un’epoca in cui il soggetto rischia di essere annullato.
Gli artisti rivendicano questa centralità dell’essere umano mostrando una rappresentazione del corpo che violentemente oscilla tra una presenza lacerata e stravolta e il dissolvimento dello stesso che resta però presente come traccia di luce, riflesso, ricordo, movimento.
Elena Marcheschi , http://www.adolgiso.it/public/cosmotaxi/default.asp , 2009
Alessandro Amaducci, signore dei trasformismi tecnologici, produce video adiacenti ai video-clip; pieni di dissacrante inventiva immaginifica. Qui presenta tre ritratti in fieri, in quanto video con personaggi metamorfici. Quadri appesi al muro, tramite monitor al plasma, che raccontano di ipotetiche contaminazioni tra mondi diversi, quello umano e quello animale, in un panorama di futuribili inquietanti manipolazioni genetiche, dove i corpi si assimilano ad immagini zoomorfe, si sdoppiano in versioni speculari, cambiano di colore: vita e morte coesistono in visioni apocalittiche scavando in un inconscio da incubo dove si accumula un tragico rimosso di guerre e distruzioni. Il ritratto si stende al corpo, corpi di donna, martoriati, deturpati, carne viva - riversata nell'immaterialità sintetica ad essa contrastante - che viene esibita nella sua potenzialità di offesa e mostruosa trasformazione.
Maria Campitelli, Wonderful, catalogo della mostra, Trieste, Juliet PO BOX, 2006, pg. 15
“L’opera di Alessandro Amaducci, come afferma lo stesso autore, mette in evidenza un processo in atto: «Croma Soma è una galleria di quadri in movimento, in cui si recupera l’antica tradizione del nudo per riportarla in un’epoca in cui il corpo, volente o nolente, si è dovuto scontrare o incontrare con le nuove tecnologie. Più le tecnologie avanzano da un punto di vista prettamente tecnico, e più c’è bisogno di corpi. Più si usa l’immaterialità e più la materialità primigenia, quella del corpo, attesta la propria presenza. Non è solo un discorso sulle inevitabili mutazioni del corpo tecnologico, ma il tentativo di testimoniare una sorta di strana guerra fra presenza e assenza, fra brandelli di bellezza perduta nei corpi mutilati dalle guerre e presenze antiche, miti primordiali di morte di vita.»
Croma Soma è dunque la rappresentazione di un processo metamorfico in cui gli opposti si scontrano o si congiungono dando vita a mutazioni che magari sembrano inedite nelle forme, ma ancora una volta sono ancestrali nella sostanza. Inconscio, immaginario collettivo, mitologia e storia, alchimia e tecnologia si riversano in questo nuovo immaginario virtuale originando un effetto neobarocco in cui eros e thanatos giocano comunque un ruolo primario.”
Angelo Bertani, Hic et Nunc, rassegna di arte contemporanea, Edizioni Biblioteca dell’immagine, S. Vito al Tagliamento, 2004